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La prima forma di linguaggio e quindi di comunicazione sociale è rappresentata dal pianto che costituisce il mezzo attraverso il quale il piccolo fa capire che qualcosa lo disturba. Il pianto solitamente richiama l'attenzione della mamma, che dopo poche settimane dalla nascita sarà ormai in grado di riconoscere i vari tipi di pianto, o meglio a quale condizione di disagio esso è collegato, lasciando così il piccolo il minor tempo possibile in suddetta condizione. Il dilemma di molti genitori è se sia giusto o meno lasciar piangere il piccolo e se accorrervi ogni volta si rischia di "viziarlo". Considerato che il pianto è un mezzo di espressione sociale, ed l'unico strumento che il piccolo possiede per richiamare l'attenzione, il mancato accorrimento ai suoi richiami può provocare, in lui, un senso di sfiducia. E' opportuno invece che il bambino comprenda che ai suoi richiami ci sia qualcuno pronto ad accoglierli, sviluppando così fiducia in chi lo circonda, ed apertura verso gli altri.
Non bisogna dunque avere il timore di viziare il piccolo ma è bene
coprirlo di amore e fargli capire che non è solo, tenendo ben presente
che l'amore, ed in modo particolare quello materno, costituisce la
base per la formazione di una sana personalità futura, ed è
proprio nei primi anni di vita, dai primi contatti con le figure genitoriali
che si costituiscono i primi modelli di comportamento che rimarranno per
tutta la vita.
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